Portare e disturbi dell’umore

10 Ottobre 2017

Il 10 Ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale.

Dopo il parto, può capitare che molte neo mamme attraversino momenti di difficoltà o insicurezza, provino tristezza o possano avere disturbi psicologici più importanti. Anche molti papà possono sperimentare queste forme di disagio, in genere nel primo anno di vita del bambino.

Circa il 50 % di questi disturbi non viene però purtroppo riconosciuto!

Cosa c’entra il Portare con questo?

L’utilizzo di una fascia o di un supporto portabebè può essere uno strumento molto utile per i genitori che stanno lottando con situazioni di disturbo emotivo e disagio psicologico.

Molti vivono infatti un senso di distacco dal bambino che invece vorrebbero tanto amare. Si sentono sopraffatti dalle responsabilità e non sanno come affrontare questa situazione.

Certamente il babywearing non può essere sostituito all’intervento di un professionista competente e non è una soluzione valida per tutti, ma la vicinanza, il contatto stretto, meglio ancora se fatto pelle a pelle, possono aiutare in tante situazioni. Il Portare può diventare quindi parte integrante del percorso di sostegno.

Perchè è così importante?

Sono ormai noti gli effetti biochimici del “tocco” sui meccanismi che regolano il funzionamento degli ormoni cortisolo e ossitocina. Quest’ultima, infatti, stimolata anche dal contatto, è in grado di inibire il rilascio di cortisolo e ciò può aiutare a ridurre stress e ansia, sia nel bimbo che nel genitore.

La possibilità di mantenere il proprio bambino vicino e sicuro nelle routine quotidiane, può essere molto rassicurante, soprattutto durante i momenti di ansia.

Il portatore ha le mani libere e può continuare le sue attività, vivendo con molta normalità le giornate. Tanti bimbi, poi, quando vengono portati dormono molto più facilmente. Diventa più facile ad esempio accompagnare i fratelli all’asilo, fare una passeggiata all’aperto o semplicemente andare a fare la spesa.

Il contatto promuove un attaccamento sicuro. La vicinanza aiuta anche nella comunicazione, perchè il genitore impara come riconoscere i segnali comunicativi del bambino e a rispondere prontamente ai suoi bisogni.

Tenere il proprio bambino vicino, riduce di molto il pianto (si parla addirittura del 43%)… e un pianto minore dà al genitore maggiore fiducia e senso di competenza ed efficacia.

 

 

Il babywearing può davvero fare la differenza, perché può aiutare a ritrovare un po’ di libertà nelle uscite, nei movimenti, nelle attività… tutte cose davvero benefiche per la propria salute!


Se abiti in provincia di Como, puoi trovare uno spazio di accoglienza e ascolto presso Nascere Bene Vivere Meglio e il valido supporto di Valentina Liuzzi.

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Piacere di conoscerti
Sono felice di averti qui
Mi chiamo Virna Benzoni e sono un’esperta del portare: accompagno i genitori nel mondo del babywearing condividendo le mie competenze, frutto di anni di formazione in Italia e all’estero, con estrema cura e professionalità. Portare in fascia non è la moda degli ultimi anni, ma un approccio intimo, profondo, di relazione e contatto con il bebé. La migliore coccola che puoi fare a tutta la famiglia.
Facciamo conoscenza

Mamma Canguro

È un libro scritto da Giorgia Cozza, illustrato da Teresa Alberini, arricchito da un mio approfondimento sul mondo del babywearing. É indicato per tutta la famiglia, perché è diviso in due sezioni. In una parte c’è la storia, pensata per bambini dai 3 anni circa, in cui viene illustrata l’esperienza del portare attraverso lo sguardo dei due protagonisti. Nella seconda, grazie al mio approfondimento sul babywearing, si può approfondire la consuetudine del portare, come modalità di cura e relazione. “Mamma canguro” è quindi un’esperienza emozionante per grandi e piccini, proprio come il babywearing! Scopri di più!

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