Pavimento pelvico e babywearing. Cosa è meglio sapere quando porti il tuo bambino nella fascia o nel marsupio (prima parte)

1 Febbraio 2019

Qualche settimana fa la mia amica e collega Tiziana Guglielmini ha pubblicato un bellissimo articolo sul pavimento pelvico in relazione al babywearing.

Ho colto la palla al balzo per intervistarla, perché credo che parlare di perineo sia un argomento davvero importante, a prescindere poi dal Portare.

Tiziana è una fisioterapista con master in riabilitazione sul pavimento pelvico, consulente del portare e mamma di tre bimbi.

Ecco la nostra intervista.

Cosa si intende innanzitutto per pavimento pelvico?

Con pavimento pelvico, o perineo, si intendono le strutture che vanno a chiudere la parte inferiore del bacino. Esso non comprende solo i muscoli, bensì ogni genere di tessuto o struttura presente nella parte citata: fasce, legamenti, tessuto connettivo e ossa.

Il pavimento pelvico, in concomitanza al lavoro svolto dall’addome, è il maggior responsabile della continenza e riesce a garantirla grazie ad un sistema di sospensione, ancoraggio e supporto degli organi interni. In parole povere significa che sostiene, fissa e sorregge gli organi della piccola pelvi (parte inferiore del bacino) quali vescica, utero e intestino retto.

Che cosa comporta quindi la presenza di un feto sul perineo in una mamma in gravidanza?

Sono senz’altro molteplici i cambiamenti legati alla presenza di un feto che influiscono su tutte le strutture del perineo citate precedentemente.

Fin dai primi giorni di gravidanza si presenta un’importante variazione a livello degli ormoni. Vengono prodotte elastina e relaxina in grandi quantità che, come dicono i nomi stessi, sono ormoni responsabili del rilassamento dei tessuti che divengono infatti più lassi, molli, lunghi.

Anche i legamenti tendono ad allungarsi e ad ammorbidirsi, creando un gioco maggiore nelle articolazioni. Questo cambiamento è importante in vista del parto, dove le ossa del bacino devono potersi muovere abbastanza da poter far passare la testa e le spalle del bebè.  

Anche la muscolatura si ammorbidisce e diventa più lunga ed elastica, si prepara ad accogliere il volume in aumento del feto e dell’utero. Insieme ai muscoli, anche le fasce ed il tessuto connettivo si ammorbidiscono e si modificano, permettendo una riorganizzazione degli gli organi in modo che tutto possa funzionare al meglio, nonostante la presenza del feto che necessita sempre di più spazio. Ogni variazione è perciò finalizzata ad accogliere la crescita e a preparare il passaggio del bambino durante il parto.

Questo rilassamento non è però localizzato solo a livello di addome e bacino, ma essendo causato da ormoni che circolano ovunque, coinvolge ogni struttura corporea. Ne consegue perciò anche un cambiamento posturale, perché il corpo deve riadattarsi per poter mantenere l’equilibrio e una postura eretta. Il cambio della postura viene influenzato a sua volta anche dallo spostamento in avanti del baricentro, dato dal volume in aumento dell’utero e del feto.

Questi fattori implicano che sul pavimento pelvico gravi una pressione decisamente maggiore rispetto ad una situazione di non gravidanza.

L’utero si ingrandisce, il feto cresce e aumenta esponenzialmente di peso, la vescica viene schiacciata sempre più in basso in avanti (verso il pube) e l’intestino viene compresso posteriormente. Col passare dei mesi di gestazione, il tutto va perciò a premere sempre più sul pavimento pelvico e più precisamente sulle sue strutture fasciose e muscolari che chiudono il bacino inferiormente.

Ne consegue che i muscoli, nonostante la maggior elasticità di cui ho parlato, debbano poter contare su una maggior tenuta per riuscire a reagire a tutti i cambiamenti che ho citato qui sopra.


Visto che il pavimento pelvico gioca un ruolo così importante, puoi dare qualche indicazione per prendersene cura?


Credo che la cosa migliore sarebbe prendersi sempre cura del proprio corpo e delle proprie strutture già prima che possa potenzialmente subentrare una situazione patologica. La prevenzione è davvero, davvero importante, secondo me!

Se si è in cerca di un bebè, si può attuare qualche piccola strategia per rinforzare le strutture e renderle più reattive e pronte alla gravidanza e al parto.

Innanzitutto si può fare un lavoro di consapevolezza sulla propria postura, andando ad agire con esercizi specifici per migliorarla e renderla più attiva. Già con un accorgimento del genere si vanno a diminuire le pressioni su alcune zone specifiche del pavimento pelvico.
Altro punto basilare sarebbe capire come muoversi meglio durante le attività della vita quotidiana, in modo da preservare le strutture  e correggere movimenti che generano stress nel corpo, diminuendo così le pressioni che generalmente vengono spinte verso i punti più deboli (nelle donne questi punti risultano essere proprio il basso addome ed il perineo).

Si possono poi fare degli esercizi di rinforzo della muscolatura. I muscoli possono essere allenati a tenere meglio e più a lungo e possono addirittura imparare a rispondere a cambiamenti improvvisi e molto repentini di pressione (quali tosse, starnuti, ecc).
Durante la gravidanza, come abbiamo detto precedentemente, la muscolatura e le altre strutture perineali (e non solo) devono potersi ammorbidire e “lasciare andare” per prepararsi al parto, ma allo stesso tempo devono riadattarsi e lavorare in modo che riescano a tenere il forte aumento delle pressioni ed il peso che grava sopra di essi, nonostante la modificazione della postura.

Oltre agli esercizi che abbiamo citato per la parte preventiva, diventano quindi importanti anche gli esercizi di rinforzo, di tenuta in allungamento, di rilassamento e allungamento, di stabilizzazione.

In gravidanza è molto utile anche il massaggio perineale. Questo ha la funzione di aumentare l’elasticità di pelle, mucosa, muscoli e tessuto connettivo nella regione vaginale e circostante (diminuendo il rischio di lacerazioni durante il parto), sciogliere eventuali contratture e/o indurimenti, ammorbidire un eventuale tessuto cicatriziale presente da un precedente parto o per altri motivi, aumentare i sensori che si occupano della sensibilità e prendere coscienza di tutta la zona perineale.

Dopo il parto sarebbe consigliabile rivolgersi ad uno specialista competente in riabilitazione perineale, in modo da poter lavorare in maniera molto puntuale e personalizzata in base al proprio status (soprattutto se in precedenza non è stato fatto nessun lavoro tra quelli citati).

Un lavoro sulla postura diventa basilare per poter trovare un nuovo assetto che si adatti alla situazione. In concomitanza è importante andare a lavorare con esercizi di stabilizzazione del tronco e di attivazione perineale, per permettere alla muscolatura di riprendere a lavorare nella maniera corretta. 
Importanti ed utili nel post parto sono anche gli esercizi di ginnastica ipopressiva, ovvero quegli esercizi che aiutano a riportare e risucchiare gli organi verso l’alto,  quando per mesi sono stati compressi e schiacciati verso il basso.

Un valido aiuto può essere anche utilizzare una fascia portabebè rigida nelle ultime settimane di gravidanza. Esistono infatti numerose legature da realizzare sul pancione, studiate apposta per aiutare la donna a mantenere una postura più corretta e diminuire la pressione sul pavimento pelvico.

Queste legature aiutano inoltre ad alleggerire il peso, a mantenere il baricentro e a ridurre eventuali dolori al bacino, alla parte bassa della pancia e della schiena ecc.

– FINE DELLA PRIMA PARTE –

Come hai intuito, le cose da dire sono molte.

Se vuoi scoprire cosa succede dopo il parto e ricevere informazioni più approfondite sul babywearing continua a leggere qui.

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Mi chiamo Virna Benzoni e sono un’esperta del portare: accompagno i genitori nel mondo del babywearing condividendo le mie competenze, frutto di anni di formazione in Italia e all’estero, con estrema cura e professionalità. Portare in fascia non è la moda degli ultimi anni, ma un approccio intimo, profondo, di relazione e contatto con il bebé. La migliore coccola che puoi fare a tutta la famiglia.
Facciamo conoscenza

Mamma Canguro

È un libro scritto da Giorgia Cozza, illustrato da Teresa Alberini, arricchito da un mio approfondimento sul mondo del babywearing. É indicato per tutta la famiglia, perché è diviso in due sezioni. In una parte c’è la storia, pensata per bambini dai 3 anni circa, in cui viene illustrata l’esperienza del portare attraverso lo sguardo dei due protagonisti. Nella seconda, grazie al mio approfondimento sul babywearing, si può approfondire la consuetudine del portare, come modalità di cura e relazione. “Mamma canguro” è quindi un’esperienza emozionante per grandi e piccini, proprio come il babywearing! Scopri di più!

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