Fermati e lascia che arrivi qualcosa di bello

1 Novembre 2018

Sabato scorso ho avuto un piccolo incidente domestico. In pratica mi sono tagliata due dita con una latta di fagioli mentre stavo lavando i piatti (essere muti tasking non è sempre un vantaggio!).

Io sono una che non si impressiona facilmente e resta molto lucida nelle situazioni di emergenza. Quindi senza andare nel panico, ho disinfettato e tamponato, ma una delle due dita ferite, dopo più di un’ora, non smetteva di sanguinare. Allora ho deciso di recarmi prima in farmacia e poi in un centro SOS locale nella speranza di potermela cavare con i finti punti esterni, ma entrambi i posti mi hanno indirizzata di corsa in ospedale. Così, alla fine, (un po’ sbuffando) mi sono fatta accompagnare al pronto soccorso!

In realtà la faccenda era più seria del previsto: ho reciso dei tendini e sono finita in sala operatoria!

La situazione era abbastanza surreale: da che non volevo nemmeno andare in ospedale, mi sono ritrovata a subire un’operazione vera e propria (con tanto di flebo, elettrocardiogramma, saturimetro etc)!

Le dita ora stanno abbastanza bene: sono fasciate e steccate, ma questo mi sta costringendo ad un riposo forzato per prendermi cura di loro.

Mi spiace tanto per il disagio, ma non posso fare altro che fermarmi!

È importante che guariscano bene per poter tornare a farle lavorare come sanno fare! 

Ho disdetto o rimandato tutti i corsi in programma, contattando le persone iscritte e cercando di trovare insieme una soluzione…e ora aspetto di sapere come andrà a finire, tra una medicazione e l’altra e la fisioterapia.

Il mio umore è un po’ altalenante.

Da una parte so che presto tornerò a stare bene, dall’altra ci vorrà circa un mese prima di poter valutare quando ricominciare. Sembrerà stupido, ma questo pensiero mi manda spesso davvero in ansia.

Ansia per i soldi. Ansia dell’ignoto.

La faccio troppo seria?! Può essere, anzi, sicuramente è così! Ma quando ti sale la paranoia e la mente inizia a vagare, puoi far poco.

Cerco di ripetermi:

“Virna, piantala.
Non puoi farci niente!
Andrà bene.
È solo una piccola pausa!
Disconnetersi per riconnettesi.
Guardala da un’altra prospettiva!”

Anche questa volta, come in altre occasioni, mi è arrivata (e mi sta arrivando ogni giorno) una valanga di affetto, solidarietà e sostegno da parte di amici, colleghi e genitori che ho seguito negli anni.
Gli auguri di incoraggiamento e la disponibilità di chi ti vuol dare una mano, fanno bene al cuore!

Così sto cercando di pensare a questa disavventura come ad una possibilità.

Le dita sono ancora attaccate e questo è ciò che conta. Se non dovessero riprendersi come prima, ci penseremo dopo.
Certo durante questo stop forzato sto perdendo e perderò dei soldi e delle persone, certo non posso sapere come sarà il decorso post operatorio, ma nel frattempo posso dedicarmi a quegli aspetti che durante l’anno trascuro o curo di fretta (la casa, gli articoli, la pianificazione…quel sano cazzeggio che praticamente normalmente non esiste!).

Ho iniziato a guardare a quanti mi hanno cercata per avere informazioni sul mio stato di salute, a quante persone mi vogliono bene. Ho iniziato a guardare alle cose che posso fare da casa.

Mi sono imposta di spegnere il cervello, respirare e aprimi verso nuove possibilità! Posso approfittarne anche per riposare un po’ e farmi coccolare.
Mi sono detta:

“Basta paranoie.
Lasciale andare.
Lascia che arrivi qualcosa di bello anche da qui.
Con le mani aperte per accogliere.
Anche se qualche dito è dolente.
Passerà”.

Quindi direi che ci rivediamo presto 😉 !!!

Foto: https://www.fotografocomo.com/

“Il miglior modo di predire il futuro è crearlo” (A. Lincoln)

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Mi chiamo Virna Benzoni e sono un’esperta del portare: accompagno i genitori nel mondo del babywearing condividendo le mie competenze, frutto di anni di formazione in Italia e all’estero, con estrema cura e professionalità. Portare in fascia non è la moda degli ultimi anni, ma un approccio intimo, profondo, di relazione e contatto con il bebé. La migliore coccola che puoi fare a tutta la famiglia.
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È un libro scritto da Giorgia Cozza, illustrato da Teresa Alberini, arricchito da un mio approfondimento sul mondo del babywearing. É indicato per tutta la famiglia, perché è diviso in due sezioni. In una parte c’è la storia, pensata per bambini dai 3 anni circa, in cui viene illustrata l’esperienza del portare attraverso lo sguardo dei due protagonisti. Nella seconda, grazie al mio approfondimento sul babywearing, si può approfondire la consuetudine del portare, come modalità di cura e relazione. “Mamma canguro” è quindi un’esperienza emozionante per grandi e piccini, proprio come il babywearing! Scopri di più!

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